All’epoca in cui uscì, questo film ebbe un successo strepitoso. Vuoi perché riusciva ad aggiungere tanta nuova carne al fuoco a una storia stra-conosciuta (e stra-raccontata) come quella di Robin Hood, vuoi perché Kevin Costner era all’apice della sua carriera, vuoi perché era un film d’avventura per ragazzi che strizzava l’occhio anche al pubblico femminile, fatto sta che nei primi anni Novanta chiunque, dai dieci ai cinquant’anni, ha visto Robin Hood. E se non l’avete visto, spiegatemi dove cazzo eravate.
A venticinque anni dalla sua realizzazione, però, quasi nessuno parla più di questo film. Sta lì, abbandonato in soffitta insieme ad altri cimeli dei primi anni Novanta come Thelma e Louise, Dracula di Bram Stoker o Pretty Woman.
Come mai è caduto nel dimenticatoio? E’ un film che vale la pena tenere in considerazione ancora oggi, o era semplicemente un prodotto del suo tempo che ha poco a che spartire con i gusti attuali?
Proviamo a riscoprirlo insieme.
Benvenuti a Carcasson... ehm, cioè, voglio dire, benvenuti a Nottingham! |
Dopo cinque anni di prigionia nelle galere del sultano in Terrasanta, Robin di Locksley riesce ad evadere e tornare in Inghilterra, accompagnato dal moro Azeem. L’incubo che lo attende in patria, tuttavia, è forse anche peggiore di quello che ha appena lasciato a Gerusalemme: lo sceriffo di Nottingham ha confiscato le terre dei Locksley e giustiziato il padre di Robin con l’accusa di essere un adoratore del diavolo.
Robin giura vendetta contro lo sceriffo e si rifugia nella foresta di Sherwood, dove incontra un gruppo di fuorilegge ricercati per furti e altri reati minori. Conquistato il loro rispetto e assunto il ruolo di capobanda, Robin si prende gioco della politica affamante dello sceriffo assaltando i suoi convogli carichi di ricchezze e distribuendo viveri e denaro alla povera gente della contea. Non solo; Robin scopre che lo sceriffo sta tramando alle spalle di re Riccardo, il legittimo sovrano d’Inghilterra al momento impegnato a combattere in Francia.
Robin chiede aiuto a Lady Marian, cugina di Riccardo, affinché avverta il re della congiura che sta per essere messa in atto ai suoi danni. Lo sceriffo, dal canto suo, ha in mente un piano scellerato per sbarazzarsi della banda di Robin una volta per tutte, e salire al trono d’Inghilterra.
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La recensione si basa sull'edizione in Blu-ray del 2009. Notare come in Germania Robin Hood faccia un avanzamento di carriera niente male, passando da semplice principe a RE dei ladri. |
Per rispondere alla domanda iniziale, se cioè il film sia ancora valido ai giorni nostri, l'unica cosa che mi viene da dire è: insomma...
Arranca, ma ce la fa.
Come dicevo, in questo Robin Hood le novità rispetto alle produzioni passate si sprecano.
La figura del principe Giovanni scompare, per far posto all'unico, vero antagonista di Robin: lo sceriffo di Nottingham. C'è poi il personaggio di Mortianna, una sorta di strega/indovina, che ha trasformato i sotterranei del castello di Nottingham nel suo antro dove praticare riti di magia nera. In linea generale, il tono del film volge decisamente verso il tenebroso: pure gli allegri compagni della foresta di Sherwood tanto allegri non sembrano in questa versione.
Nel XII secolo, quando i Testimoni di Geova venivano a citofonarti a casa, era una cosa seria. |
Il cast è per la maggior parte quanto mai azzeccato. Lo so che mi sto ripetendo, ma se non avete mai visto questo film lo dovete fare solo per l'interpretazione di Alan Rickman nel ruolo dello sceriffo di Nottingham. Davvero, Alan Rickman vale da solo tutto il film; guardatelo mentre sbraita contro Robin, quando se la prende col primo malcapitato che si trova davanti, o quando invita le donne in camera sua: è un narciso cinico, spietato, e adorabile, un puma lasciato libero di vagare per il set, indomabile e affascinante al tempo stesso.
Ecco lo sceriffo nell'antro di Mortianna, in una delle scene aggiunte per l'edizione in Blu-ray. |
La recitazione di Morgan Freeman conferisce al personaggio di Azeem una delicatezza e una serenità interiore che lo rendono più simile a un asceta che non a un soldato (non per niente trova il suo complementare in Fra Tuck, l'altro "scapolo" del film). In poche parole, sia il regista che il suo interprete si danno un gran daffare nel presentarci questo barbaro venuto dall'est sotto la miglior luce possibile; e in effetti non si può non voler bene ad Azeem.
Purtroppo, per un eccesso di politically correct, Azeem risulta TROPPO perfetto: nel corso del film il nostro amico moro si dimostrerà essere: un esperto spadaccino (e ci mancherebbe), un uomo di scienza, un ingegnere civile, un chimico, e pure un chirurgo. Sembra quasi che il regista abbia voluto dire: "Voi bianchi presuntuosi che ritenete le altre culture inferiori alla vostra, guardate qua quanto erano avanti in Medio Oriente!" Solo che c'è modo e modo di ribadire una presa di posizione, e qua siamo sul moralismo spinto.
In fondo, è un eccesso di zelo che si può comunque perdonare, perché una volta che Morgan Freeman è entrato nel personaggio vogliamo essere lì con lui anche noi, ascoltare le sue storie e meravigliarci di fronte alla sua sapienza inesauribile.
Ecco Azeem nei panni del piccolo chimico che prepara una simpatica miscela esplosiva. Ogni riferimento al terrorismo islamico è puramente casuale. |
Manca il protagonista e Kevin Costner, mi dispiace dirlo, non ce la fa.
C'è un qualcosa nella sua recitazione che è proprio fuori luogo; tutti gli altri attori danno prova di grande talento, lui... boh, è sempre distante, poco convinto di quello che fa o quello che dice.
E' un attore che in questo caso non si è calato nella parte, e ciò incide parecchio sul risultato finale, perché a soffrirne non è solo la storia, ma anche tutti i personaggi che devono interagire con lui.
A causa sua Robin Hood arranca, purtroppo. C'è poco da fare, Kevin Costner sta a questa pellicola come un brufolo sulla fronte sta al sabato sera. E' lì e te lo devi tenere; e tutti lo noteranno schifati.
Però c'è il finale che salva capra e cavoli; senza rovinare la trama a chi non l'ha ancora visto, l'ultima mezzora del film è un crescendo di tensione diretto in maniera magistrale, tra salvataggi all'ultimo secondo e duelli all'ultimo sangue. Che sia la prima o la decima volta che lo guardate, non si può rimanere indifferenti di fronte allo spettacolo messo in scena in quegli ultimi trenta minuti.
Pensate pure quello che volete, questa scena è epica. Punto. |
IN CHE LINGUA LO GUARDO?
Quando Robin Hood uscì al cinema, la versione italiana poteva vantare un doppiaggio eccellente. Mi dispiace dare la brutta notizia, ma purtroppo tale versione non esiste più.
In occasione della messa in commercio della Extended Edition, che aggiunge circa quindici minuti di girato, l'intero film è stato ridoppiato dalla prima all'ultima scena. Il nuovo doppiaggio segue quasi alla lettera il copione originale del 1991, ma l'interpretazione è fredda, svogliata, a tratti robotica.
Provate a guardare in italiano Lady Marian che consegna a Robin il pugnale regalatole dallo sceriffo. In originale l'eroina si trova in evidente imbarazzo nel donare all'amato un oggetto ricevuto in dono da un altro uomo; in italiano invece di imbarazzante c'è l'interpretazione monocorde della doppiatrice.
No, il nuovo doppiaggio italiano è bocciato su tutta la linea.
Non che la versione originale sia priva di difetti, con tre quarti del cast che parla inglese British, e Kevin Costner invece che si esprime con accento americano. Se siete abituati a guardare film in inglese, vi renderete subito conto del contrasto. Almeno in questo caso la colpa non è del buon Costner: a quanto sembra, è stato il regista a volere che l'attore si esprimesse nel suo nativo accento californiano.
Forse non tutti sanno che Meriadoc Brandibuck era uno degli allegri compagni della foresta, prima di trasferirsi nella Contea. |
"These years have left us many in need."
che nella versione italiana si trasforma in:
"Questi anni hanno reso molti di noi utili."
Ora, a meno che il termine "utile" abbia tra i suoi significati anche quello di "bisognoso", direi che la resa in italiano non è del tutto esatta. I sottotitoli correggono il tiro con un:
"In questi anni la povertà è aumentata."
Un po' libera come traduzione, ma di certo più vicina a quello che Lady Marian intendeva dire.
In conclusione, anche se non perfetta, la versione in inglese è di sicuro la migliore. Vi consiglio quindi di guardare Robin Hood in lingua originale.
Eccoli uno di fronte all'altro, il fuorilegge onesto e lo sceriffo corrotto, pronti a sfidarsi un'ultima volta. |
VOTO
6 e mezzo.
Sì, in questi venticinque anni Robin Hood è invecchiato, e non sempre con dignità. Il film è ancora valido, ricco di sequenze memorabili e personaggi simpaticissimi. E la colonna sonora è da orgasmo. Purtroppo Kevin Costner quasi riesce a rovinare il tutto.
Guardatelo in compagnia di qualcuno a cui volete bene, e anche la visione ne gioverà.
Io lo trovo sempre freschissimo! E KC penso sia riuscito ad unire il solito lato sornione e spaccone a quello di segnato reduce delle crociate. Poi assieme a "Ladyhawke" tratta di eminenze clericali cattive o corrotte. XD
RispondiEliminaLa sola scena iniziale vale il prezzo del biglietto. Ai livelli di quella de "I predatori dell' arca perduta". Non stona neanche il colpo di scena simil "L' impero colpisce ancora" XD.
Dell' ultimo "Aladdin" ancora in sala nonostante gli incassi già non se ne parla più! Come altri successi quali "Capitan Marvel", "Gli incredibili 2", "Aquaman", l' ultimo "Mission: impossible"... "Pretty woman" è diventato quasi un modo di dire! Non fanno neanche più delle colonne sonore memorabili.
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RispondiEliminaThe difference between mens titanium necklace the 1.2 GHz band is that the chip size of the 2.4 burnt titanium GHz titanium hammers band is 1mhz. sugarboo extra long digital titanium styler So, in this case the maximum chip size titanium welding of 3m is 2mhz,